Per evitare fraintendimenti chiariamo subito che siamo assolutamente contrari alla produzione di bottiglie di plastica e alla commercializzazione dell’acqua minerale.
Evitare l’utilizzo di contenitori in PET sarebbe la migliore azione ambientale che possiate fare!
Ma cosa fare con tutte le bottiglie che sono già in circolazione?
Riciclarle, certo… ma noi, fissati con il riuso, vorremmo farvi scoprire anche la bellezza delle creazioni che si possono realizzare con un oggetto così diffuso e detestato…
La trasformazione in lampada, in particolare, è quella forse più affascinante perché sfrutta al meglio alcune caratteristiche peculiari delle bottiglie di plastica: trasparenza, possibilità di taglio, foratura, schiacciamento e deformazione a caldo.
In alcuni casi le bottiglie sono utilizzate intere, come nell’installazione CO2 LED di 522 led solari creata ad Arlington County in Virginia da Jack Sanders, Robert Gay e Butch Anthony.
Sono intere anche nelle lampade stellari presentate al Philly Heart Design o in quelle della peruviana Kareen Nishimura.
Per i più maldestri lo studio Walking Chair Design propone un semplice kit per appendere 9 bottiglie di qualsiasi taglia e colore.
Sappiamo già cosa state pensando… “con i 39 euro del kit compro il lampadario nuovo, non il reggibottiglie!”; d’altra parte, però, noi non siamo qui a fare pubblicità ma a darvi spunti creativi… la parola d’ordine resta sempre DO IT YOURSELF!
In molti altri esempi le bottiglie vengono ampiamente sezionate, schiacciate o completamente sfilacciate. Troviamo così lampade sferiche di Lucy Norman ottenute con il collo delle bottiglie, quelle di Didier realizzate con le metà superiori o inferiori e quelle di Shelley Spicuzza come la sospensione di apertura dell’articolo.
Forme poliedriche più voluminose sono state realizzate da Ilona Staples con bottiglie verdi o trasparenti.
Oltre ai volumi sferici si possono realizzare lampadari più complessi con cascate di pezzi di bottiglia come quelli di Stuart Haygarth con le basi azzurre o quelli di fondi a forma di fiore creati da Michelle Brand (già visti anche in un articolo a lei dedicato).
Che dire poi dei “serpentoni” di bottiglie luminose? Geniali! Si possono adattare ad ogni ambiente, possono essere sinuosi ed evanescenti come quelli di Lisa Foo o allegri e colorati come quelli di Thierry Jeannot. Le creazioni di quest’ultima hanno, tra l’altro, anche una valenza etica poiché sono state realizzate all’interno di un progetto di recupero per i ragazzini dei quartieri più poveri di Città del Messico.
Sempre con le mezze bottiglie si possono realizzare oggetti più “seriosi” come le eleganti piantane H2O di Paolo Ulian o le scenografiche sospensioni a led di Julius Kranefuss.
Bottiglie ancora tagliate, ma con maggiore libertà compositiva e un effetto leggero e delicato, per le lampade sospese di Johanna Keimeyer.
Tanti sono pure i progetti di abat-jour realizzate con le bottiglie di PET tagliuzzate in vario modo: vaporose e trasparenti quelle di Lisa Foo, materiche e colorate quelle di Silvia Bragagnolo esposte anche al Museo del Riciclo.
Bottiglie schiacciate, invece, per i lampadari delle sorelle Reta e Vana Howell e il modello PET33 dello Studio Walking-Chair Design.
Numerosi tagli longitudinali sono stati operati da Sarah Turner per le sue lampade di bottiglie bianche, nelle quali ogni pezzo assume la forma di un fiore.
Alejandro Sarmiento si è spinto oltre arrivando a “sfilacciare” le bottiglie per ottenerne degli ammassi morbidi ed eterei.
Con la stessa tecnica, ma con strisce più larghe, ha ideato delle lampade intrecciate a forma di cuscino realizzate poi da detenute brasiliane.
Tagli più geometrici sono stati utilizzati in altri casi per ottenere delle placchette colorate e trasparenti da appendere in cascate perdendo ogni rimando alla forma originaria della bottiglia.
In base alle modalità di assemblaggio si possono ottenere anche oggetti dalle sembianze vagamente “etniche”.
Oltre al taglio altre tecniche sono state utilizzate con successo: è il caso delle creazioni con strisce di plastica parzialmente fuse, sempre delle sorelle Howell.
Anche in questo caso la materia prima perde la sua riconoscibilità per assumere le sembianze di sottili nastri di cristallo. Per queste lampade sono necessarie da 50 a 200 bottiglie e alcune settimane di lavorazione!
A questo punto un ultimo chiarimento è d’obbligo: non vi stiamo proponendo di riempirvi la casa di lampadari di bottiglie… ma, se siete dei creativi, immaginatela anche come un’opportunità di lavoro; dareste un’altra chance a degli oggetti che sono considerati rifiuti solo perché sono stati svuotati del contenuto e potreste restituirli alla società in una forma nuova, bella e sostenibile!
Pubblicazione: 09/07/2010 – Ultimo aggiornamento: 09/07/2010
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