Carrotmob significa letteralmente “la folla della carota” ed è una nuova forma di attivismo, una specie di boicottaggio al contrario.
Conoscete l’espressione popolare “il bastone e la carota“? I muli possono essere premiati o incitati dal contadino con la carota (di cui son ghiotti), oppure puniti con il bastone.
I carrotmob consistono proprio in questo: mettere la carota (leggi: soldi) di fronte al muso del mulo (leggi: business o negozio) in modo da convincerlo a “fare il proprio dovere”. Senza usare il bastone.
Avete presente i Flashmob? Un gruppo di persone si organizza tramite i social network, e appare a sorpresa in un luogo mostrando al pubblico una danza, un canto o altre performance artistiche.
I Carrotmob si basano sullo stesso principio ma hanno in più dei fini ambientali e mirano ad ottenere pratiche di responsabilità sociale da parte delle aziende e delle imprese.
Come funzionano i Carrotmob?
Per cominciare bisogna cercare un negozio o azienda che voglia diventare più sostenibile e ridurre il proprio impatto sull’ambiente.
Poi, attraverso le reti sociali come Facebook e Twitter, si mobilitano più persone possibile, in modo che visitino a centinaia il negozio in questione, facciano tutti gli acquisti di cui hanno bisogno o che possono, e facciano una grande festa con musica e ballo per attirare ancora più clienti dall’esterno verso quel negozio/attività.
(Alla fine di questo articolo trovate il chiarissimo video preparato da carrotmob.org!)
Che cosa si ottiene con tutto questo circo?
Beh, il negozio guadagna denaro extra per installare impianti fotovoltaici, montare lampadine a basso consumo energetico, sostituire le finestre per evitare dispersioni di calore o acquistare elettrodomestici a maggiore efficienza energetica.
In breve, gli attivisti spendono denaro in quel negozio e quest’ultimo, con quel denaro, migliorerà il proprio impatto ecologico e sociale.
I carrotmob sono nati negli Stati Uniti e si sono diffusi rapidamente in tutto il mondo (vedi mappa).
Brent Schulkin, attivista californiano 24enne, ha cominciato con una ventina di negozi di alimentari nel suo quartiere di San Francisco: andava insieme a un gruppo di clienti e chiedeva ai proprietari quanto dei loro guadagni fossero disposti a investire in misure di risparmio energetico.
L’offerta più alta (22%) è arrivata dal K&D Market. Brent ha diffuso la notizia online e centinaia di persone sono andate a fare la spesa lì, quintuplicando il fatturato del negozio. In seguito il proprietario ha sostituito le vecchie illuminazioni e i frigoriferi ad alto consumo. Ora sulla vetrina del market campeggia una grande carota bianca, il sigillo di qualità di Carrotmob. La campagna è proseguita con ferramenta, negozi di prodotti casalinghi, ristoranti e bar.
“Per inluenzare un’azienda a livello globale serve un numero significativo di persone – spiega Brent – e se c’è una prospettiva di guadagno, un’impresa farà qualunque cosa”.
I consumatori se si organizzano e acquistano con criterio possono cambiare le aziende.
Quando il primo Carrotmob in Italia?
Link: carrotmob.org
Fonte: ecologiablog.com + carrotmob.org + internazionale.it
Pubblicazione: 26/08/2010 – Ultimo aggiornamento: 26/08/2010
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Questo articolo è stato citato e linkato da fainotizia.it
http://www.sordionline.com/inews/view.asp?ID=25330
http://social.tiscali.it/articoli/raccomandati/10/08/carrot_mob.html
Questo articolo è stato citato e linkato da triskel182.wordpress.com