Lo sapevate che i ristoranti cambiano in media tutta la posateria ogni 9 mesi? Dopo molti utilizzi, infatti, coltelli, forchette e cucchiai cominciano a graffiarsi diventando “impresentabili” sui tavoli più raffinati…
Uno spreco incredibile, altro che sostenibilità! Ma per fortuna c’è chi riesce a dare nuova vita anche a questi oggetti attraverso il riuso. E non c’è che l’imbarazzo della scelta… si va dagli arredi alle lampade, dagli accessori per la tavola a quelli da parete, dai gioielli alle sculture.
Ma andiamo con ordine: una provocatoria poltroncina tutta di posate (ma quanto sarà comoda?) è l’originale proposta di Osian Batyka-Williams, da abbinare magari con il tavolino basso di Toni Grilo.
Perché non continuare l’arredamento della stanza con una bella lampada costituita interamente da posate? Anche in questo caso l’offerta è varia.
Ali Siahvoshi propone “Hungry” un’applique (o un lampadario di lunghezza doppia) con forchette, cucchiai e coltelli appesi tutti in fila ad una struttura metallica e visibili in controluce. L’effetto sulla parete è un sorprendente gioco di luci e di riflessi! È un prodotto industriale realizzato da Fabbian, un’azienda italiana di lampade per interni, dunque non è un vero e proprio riuso. Ma l’idea ci piace e crediamo che sia molto semplice da riprodurre in casa…
Francois Legault, designer canadese, incastra le posate in modo perpendicolare realizzando delle curiose sospensioni cilindriche o cubiche, oppure compone “mazzi” di cucchiai leggermente divaricati verso l’esterno per accogliere la lampadina.
E che ne dite di un centrotavola fatto solo di cucchiai o di coltelli? Sempre Toni Grilo ci propone, in questo caso, un portacandele composto da cucchiaini e due ciotole ottenute accostando la stessa posata in modo da creare una forma a simmetria rotatoria.
Ma forchette e cucchiai si prestano bene anche per altri utili accessori: il porta-cards da parete, l’appendiabiti e le manigliette per le ante dei mobili.
Naturalmente con le posate si possono anche realizzare oggetti puramente decorativi come monili e assemblaggi vari. Per il primo tipo troviamo bracciali realizzati soprattutto con forchette dai rebbi dritti o curvati, ciondoli creati con qualsiasi parte delle posate (come quelli di Indie Luck) ed anche orecchini costituiti spesso dai manici più decorati (interessanti le creazioni di Forkometry).
Chiudiamo con gli oggetti più divertenti e fantasiosi: un bellissimo drago di Matthew Bartik, un segnavento di Forkometry, un poetico scaccia-spiriti e le famosissime forchette parlanti di Bruno Munari.
Ci piace chiudere proprio con Munari e con quello che è, per sua stessa ammissione, un divertissement, una proposta di ginnastica mentale per esercitare la capacità di vedere le cose con curiosità fin da piccoli perché “un bambino abituato a vedere e a trasformare le cose diventerà creativo e non si annoierà mai!”.
Pubblicazione: 02/03/2010 – Ultimo aggiornamento: 02/03/2010
Molto interessante! Anche io dal 1978 ho cominciato a giocare con le posate, sposandole tra di loro. Mi piacerebbe farle vedere sul vostro sito. E’ possibile? Grazie
Trovo davvero geniale riutilizzare in maniera creativa oggetti spesso non considerati come appunto le posate! Se davvero i ristoranti hanno la necessità di cambiarle ogni 9 mesi…bè, buttarle sarebbe davvero uno spreco!
Noi dell’università di Moda di Rimini abbiamo dato vita a un progetto incentrato sul riuso creativo, e ancora per pochi giorni terremo in esposizione le nostre opere (e non solo!), rigorosamente riciclate, al REEdo Shop, il nostro spazio al centro Commerciale i Malatesta! Il nostro sito è davvero interessante per chi crede nella filosofia del non-si-butta-via-niente: http://www.reedo.org