Quanta energia è stata necessaria per produrre il pasto che abbiamo appena consumato?
Ce lo siamo mai chiesti?
Dovremmo! Soprattutto dal momento che a tutto ciò è riconducibile un terzo delle emissioni di gas serra globali.
Avete capito bene: un terzo!
Si può fare qualcosa per inquinare meno, senza ricorrere allo sciopero della fame? Fortunatamente sì.
Il primo passo è la consapevolezza: dobbiamo capire quanta energia è necessaria per l’alimentazione e come le nostre scelte quotidiane possono fare in modo di ridurne la quantità.
Su Internet ci sono diversi calcolatori delle emissioni di anidride carbonica: calcolano la nostra impronta di carbonio e ci fanno capire come attivarci per ridurla.
Un esempio è quello proposto da Bon Appétit: simpatico, facile e colorato. Si mettono nella padella cibi o semplici ingredienti e il termometro sale, indicandoci quanta anidride carbonica verrà sprigionata dalle nostre scelte. E lo sfondo passa da un rigoglioso verde a secco e desertico.
Quando esageriamo, il calcolatore ci indica delle alternative valide, degli ingredienti sostitutivi meno inquinanti.
È un calcolatore “americano” – perché è bene specificarlo?
Le abitudini alimentari degli Statunitensi sono responsabili del 5% del totale delle emissioni di gas serra e gli americani non sono certo noti nel mondo per la buona cucina (dove buona sta anche per sana). Non a caso, il calcolatore dispensa diversi consigli che a molti italiani sembreranno banali e scontati.
Si tratta comunque di buoni consigli: sprecare meno, prima di tutto; ma anche fare attenzione all’origine dei cibi che compriamo, alla loro provenienza. Fare in modo di comprare prodotti locali (quando possibile), evitare di comprare ingredienti trasportati per via aerea e così via.
Attraverso piccoli accorgimenti, seguendo il calcolatore di Bon Appétit, si può ridurre del 25% il proprio “indice di carbonio”.
Al di là delle cifre, il punto è un altro: la consapevolezza è indispensabile per volgere a stili di vita a più basse emissioni!
Le nostre scelte fanno la differenza – anche al supermercato.
Vi sembra esagerato?
Leggete quanto segue, a proposito del rapporto tra produzione alimentare ed energia:
«Nelle società pre-industriali il rapporto tra l’energia utilizzata per la produzione di un alimento e il suo contenuto in calorie era pari a 1 (ossia tanta energia era spesa per produrlo tanta l’alimento ne restituiva all’organismo), oggi é mediamente pari a 100, ossia é utilizzata 100 volte più energia per produrre un alimento di quanta questo ne fornisca nel momento in cui viene consumato».
Parola di WWF Italia!
Bon Appétit : www.eatlowcarbon.org
Fonte: green-style-life.com – eatlowcarbon.org
Pubblicazione: 27/05/2010 – Ultimo aggiornamento: 27/05/2010