In Sardegna si è tenuto un referendum consultivo sul nucleare, promosso dal Comitato SiNoNucle.
Il successo degli anti-nuclearisti è stato schiacciante: a votare è stato circa il 60% degli aventi diritto e, tra chi ha votato, quasi il 98% si è espresso contro il nucleare!
Il Presidente della Regione Ugo Cappellacci (PDL) si è detto felice e fiero della coesione mostrata dai sardi. Sarebbe interessante conoscere il parere del “padrino” di Cappellacci – Silvio Berlusconi – ma è altamente improbabile che il Presidente del Consiglio si esprima in merito. Del resto, la sua posizione in materia è nota: il nucleare è il futuro del Paese.
Il quesito era estremamente semplice e chiaro: “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”.
Altrettanto semplice e chiara la risposta: i sardi sono decisamente contrari!
La speranza è che l’esempio sardo possa fare da traino ai referendum nazionali del giugno prossimo (su nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento) e a esperienze simili.
Come sottolineato da diversi osservatori, se al referendum nazionale non si dovesse raggiungere il quorum o dovesse prevalere il fronte pro-nucleare, la Sardegna potrebbe far valere la sua scelta anti-nuclearista (possibilità sancita da una recente sentenza della Corte Costituzionale – n. 33 del 2 febbraio 2011).
Il futuro del nucleare resta però ancora una questione aperta: si terrà veramente conto del parere dei cittadini? Oppure si dirà che l’esito del referendum sardo conferma che rispetto a certi temi i cittadini tendono ad essere irrazionali ed egoisti – tirando in ballo la solita sindrome di NIMBY (acronimo inglese per “Not In My Back Yard” ovvero “Non nel mio cortile”)?
Se invece i cittadini avessero capito benissimo cosa vogliono e cosa non vogliono e, visti i rischi e i pericoli connessi al nucleare, preferissero le energie rinnovabili?
Cosa succederebbe se in ogni regione italiana ci si esprimesse contro il nucleare nel proprio territorio?
Ancora non sappiamo se gli italiani potranno esprimere la propria opinione sul nucleare nei referendum del 12 e 13 giugno prossimi. Speriamo di si e speriamo che la denuclearizzazione della Sardegna trascini il resto del Paese!
Pubblicazione: 17/05/2011 – Ultimo aggiornamento: 17/05/2011
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Precisiamo: la Corte ha affermato, richiamando la propria giurisprudenza, che “nei casi di attrazione in sussidiarietà di funzioni relative a materie rientranti nella competenza concorrente di Stato e Regioni, è necessario, per garantire il coinvolgimento delle Regioni interessate, il raggiungimento di un’intesa, in modo da contemperare le ragioni dell’esercizio unitario di date competenze e la garanzia delle funzioni costituzionalmente attribuite alle Regioni”. Sono quindi necessarie “idonee procedure per consentire reiterate trattative volte a superare le divergenze”. Ma, ed è questo il punto importante, “solo nell’ipotesi di ulteriore esito negativo di tali procedure mirate all’accordo, può essere rimessa al Governo una decisione unilaterale”.