mulo_00MULO System è una famiglia di veicoli leggeri, per ambito urbano, alimentati dal sole e dai muscoli.

Si tratta di un progetto nato in Italia che sta vedendo un’interessante applicazione in Africa, per aiutare le persone con disabilità.

I quadricicli MULO (Mobilità Urbana da LavorO) possono trasportare fino a 3 persone per 300 Kg di peso e raggiungere una velocità di 40 Km/h a pieno carico. Con circa 60 km di autonomia.

Sono alimentati dall’energia elettrica prodotta da pannelli solari posti sul tetto e, se necessario, con l’energia muscolare del guidatore. L’energia elettrica viene raccolta negli accumulatori e trasferita al motore.

In frenata il motore si trasforma in dinamo trasformando l’energia dinamica in energia elettrica, che viene trasferita alle batterie (che se serve possono essere caricate anche dalla rete elettrica).

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MULO è progettato con una logica modulare, con una piattaforma di base e quattro diversi moduli.

Ogni modulo differenzia i veicoli in relazione alla funzione da svolgere:
trasporto merce,
trasporto persone,
manutenzione aree verdi,
commercio ambulante.

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Il progetto è nato dalla tesi in Design di Fabrizio Ceschin e attualmente si sta sviluppando in Sudafrica un sistema di mobilità sostenibile per il trasporto di persone con problemi di disabilità.

Mulo_africaIl tutto attraverso la collaborazione tra il Politecnico di Milano, l’IPSIA Ferrari di Maranello, la Cape Peninsula University of Technology di Città del Capo, l’azienda Shonaquip e alcune ONG sudafricane.

Il progetto pilota è pensato in particolare per i sobborghi di Cape Town, dove il trasporto pubblico è limitato e il più delle volte assente. Il progetto prevede di dare alle persone con disabilità accesso alla mobilità, attraverso servizi di collegamento casa-scuola, casa-ospedale e casa-fermate mezzi pubblici.

Link: mulosystem.it

Scarica la brochure sul progetto in Africa (in pdf)
mulo_brochure

Fonte: comunicato stampa
Pubblicazione: 09/09/2010 – Ultimo aggiornamento: 14/09/2010

Copia pure: sei libero di ri-utilizzare questo articolo, ma ricorda di inserire il link
Marrai a Fura – sostenibilità e partecipazione” (maggiori info qui).

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