Cari amici di Marraiafura, a distanza di diversi anni dall’ultima volta eccoci tornati all’eterno dilemma di noi piccoli ecomostri, ovvero: tu che sei stato ecologico e sostenibile in vita, che hai fatto del rispetto dell’ambiente e della natura il tuo mantra durante tutto il tuo passaggio su questa valle di lacrime, perché mai non dovresti esserlo anche dopo la morte?

Trasformati in albero o connettiti in rete

Decidere come sopravvivrà il tuo corpo dopo che te ne sei andato è una grande decisione con un numero crescente di possibilità. Ad esempio, c’è modo di trasformare il nostro corpo in un albero.

Urnabios.com fornisce il servizio perfetto per chi vuole trasformare la morte in nuova vita, inserendo le ceneri del defunto in urne biodegradabili ed ecologiche o in una sorta di incubatore / vaso tracciabile tramite sensori, all’interno del quale far crescere piante o fiorellini. Restare connessi a internet per l’eternità, il giusto contrappasso per quelli di noi più scimmiati di social network già in vita.

Fai gravitare i tuoi resti in orbita

Un altro modo originale può essere quello di fare sparare le nostre ceneri nel cosmo, come ampiamente illustrato nel sito Celestis.com, lasciando fluttuare i nostri resti cremati nello spazio, nell’orbita terrestre, sulla superficie lunare o anche oltre.
Tu o la persona amata vi avventurerete nello spazio come parte di una vera missione spaziale, cavalcando i satelliti. Non esiste un servizio commemorativo più avvincente per qualcuno che ama la fantascienza, le meraviglie dello spazio o semplicemente desidera essere tutt’uno con il cosmo”.

Come dite? Non ci vedete nulla di ecologico ma solo di molto pomposamente americano?
OK, passiamo ad altro!

Un diamante è per sempre

Ad esempio far pressare le nostre ceneri fino ad ottenere dei diamanti (credo che Superman abbia già fatto qualcosa del genere in passato), grazie agli amici di Lifegem.com, che ci spiegano che se desideri una connessione eterna con coloro che hai perso, beh, LifeGem fa al caso tuo.
Avrai la persona amata con te e nella tua vita in ogni momento. E, naturalmente, questo diamante unico nel suo genere sarà un prezioso cimelio di famiglia per le generazioni a venire. Al modico prezzo di… lasciamo perdere, meglio che non ve lo dica.

Risorgi a 45 giri

E ora, dulcis in fundo, per gli amanti della musica, una compagnia chiamata AndVinyly che trasformerà le tue ceneri in un formato musicale analogico: il disco in vinile.

AndVinyly è un servizio con sede nel Regno Unito fondato nel 2009, nato quasi solo come un gioco. Ma la parola presto si diffuse e gli affari hanno iniziato a prosperare.
Costicchia, eh, vi avviso. Il servizio di base costa circa 4.000 euro, nei quali sono compresi 30 copie del disco che contengono tutte le ceneri. Tuttavia, non è possibile utilizzare musica protetta da copyright per riempire i 12 minuti per lato, quindi nessun “Alba Chiara” o “We Are the Champions”, sfortunatamente. Ma si può mettere qualsiasi altra cosa: musica composta da te, una registrazione vocale, o i suoni della natura, o il silenzio completo. A un costo aggiuntivo, puoi assumere musicisti attraverso la compagnia per registrare una o più tracce per te.
Altri extra includono la copertina, copie extra da distribuire in tutto il mondo attraverso i negozi di dischi (questa è l’opzione valida per chi ha peccato di eccessiva vanagloria in vita, credo) e un “FUNeral” da 10.000 euro circa, una cerimonia funebre in cui il tuo disco verrà riprodotto.

Detta così potrebbe sembrare una cosa irrispettosa e irridente ma, scherzi a parte, il servizio può fornire conforto e ricordi per coloro che sono rimasti. A tal proposito vi consiglio di dare un’occhiata a “Hearing Madge“, un breve documentario su un figlio che ha registrato le conversazioni di sua madre e ha poi usato AndVinyly per farne un disco. È dolce.

“Sono sicuro che molte persone pensino che sia una cosa inquietante e che molti credano che sia sacrilego”, dice l’uomo. “Ma so che mia madre non l’avrebbe vista in questo modo. Avrebbe certamente pensato che sarebbe stata una bella cosa da fare.”

Insomma, un uomo che cerca di salvare i ricordi di sua madre che aveva registrato poco prima della sua morte. Sorprendentemente toccante, c’è poco da fare gli stronzi dai.
Il breve documentario di Andrea Lewis è nello stesso tempo la descrizione di un business insolito e una riflessione stimolante riguardo i modi in cui scegliamo di farci ricordare da chi resta e di ricordare i nostri defunti.

Beh? Cosa sono adesso queste facce? Troppo tristi? È un finale troppo cupo? Fate tutti gli scongiuri? Siete tutti malinconici come millennials e vi siete messi su Youtube ad ascoltare Ed Sheeran?
Lasciate stare. Come ho scritto la volta scorsa, per esorcizzare, provate a leccarvi un gomito etc etc…

Lunga vita ai lettori di Marraiafura!

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