Aggiornamento ore 22:00 di domenica 15/05/2011: quorum raggiunto! Quando mancano solo i dati di tre piccoli comuni dell’Oristanese, il referendum è a oltre 6 punti percentuale in più rispetto al quorum di almeno un terzo degli aventi diritto richiesto dalla legge regionale n. 20 del 1957 per dichiarare valida la consultazione referendaria.
Domenica 15 e lunedì 16 maggio 2011 si tiene in Sardegna un referendum consultivo sul nucleare. 1 milione e 400 mila sardi sono chiamati rispondere al seguente quesito: “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”.
Chi è contrario al nucleare, evidentemente, deve esprimersi votando SI. Se invece il cittadino è favorevole al nucleare, voterà NO. Il referendum è consultivo e quindi volto a conoscere l’opinione dei cittadini rispetto al quesito proposto; il quorum da raggiungere è del 33%.
Il referendum è stato accorpato alle elezioni amministrative – scelta che invece a livello nazionale è stata fondamentalmente boicottata (e che graverà sulle tasche dei cittadini per qualche centinaia di milioni di euro).
Della possibilità che la Sardegna possa essere scelta come sede di una centrale nucleare, del resto, se ne è parlato più volte – il che ha indubbiamente creato preoccupazione in una parte rilevante dell’opinione pubblica isolana.
Come sottolineato, tra gli altri, da diversi esponenti politici nazionali, il referendum ha indubbiamente un valore anche a livello nazionale e diversi osservatori hanno rilevato che l’esito del referendum sardo potrebbe fare da traino ai referendum nazionali del giugno prossimo e a esperienze simili.
Un dato politicamente significativo o comunque un aspetto curioso di questo appuntamento referendario è l’atteggiamento dei politici.
Il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci del PDL, si è espresso più volte contro il nucleare. A differenza di Berlusconi, che considera il nucleare il futuro del Paese.
Indubbiamente qualcuno vuole il nucleare ma, ed è questo il punto, una minoranza risicata potrebbe veramente volerlo a casa propria, sul proprio territorio. E quindi, cosa succederebbe se, previa consultazione, in ogni regione italiana ci si esprimesse contro il nucleare?
Difficile fare previsioni; che la denuclearizzazione della Sardegna possa essere un primo passo e un esempio da seguire?
Aggiornamenti
► Affluenza ore 12:00 di domenica 15/05 > 10,32%
► Affluenza ore 19:00 di domenica 15/05 > 28,74%
► Affluenza ore 22:00 di domenica 15/05 > 39,83%
► Affluenza ore 11:00 di lunedì 16/05 > 49,61%
► Affluenza ore 15:00 di lunedì 16/05 > 59,49% (dati definitivi)
► Esito del Referendum: SI = –% / NO = –% (dati definitivi)
Fonte dei dati: Regione Autonoma della Sardegna
Sardegna. Referendum consultivo popolare regionale.
Quesito: “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”
Quorum: 33% degli aventi diritto al voto
Domenica 15 maggio 2011, dalle 8:00 alle 22:00
Lunedì 16 maggio 2011, dalle 7:00 alle 15:00
Pubblicazione: 13/05/2011 – Ultimo aggiornamento: 13/05/2011
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“Marrai a Fura – sostenibilità e partecipazione” (maggiori info qui).
L’affluenza di 28,74 % votanti è delle ore 19 .. non 18 .. mi auguro che la percentuale dei votanti arrivi almeno al 50% .. + si vota e + ha valore politico
Abbiamo corretto, grazie della segnalazione!
Marco per la redazione
Ciao,
in Emilia Romagna si è già legiferato contro la costruzioni di centrali nucleari nel territorio regionale: http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/emiliaromagna/2010/10/triplo-schiaffo-anti-nucleare-dellemilia-romagna-approvate-le-proposte-del-movimento-5-stelle.html Spero che la sardegna succeda la stessa cosa. 🙂