Il 2 marzo 2012, il collettivo Sardarch Architettura ha avviato il suo nuovo progetto di ricerca urbana nel cuore della città di Cagliari: il quartiere storico di Stampace Alto.
Stampaxi+ è un nome che indica una precisa localizzazione, che rende manifesto un forte senso di appartenenza culturale, e che lascia trasparire l’afflato tecnologico del progetto: impossibile che su quel “+” (prusu, in sardo) la mente non voli al celebre social-network di Google! E infatti social e network sono entrambi concetti cardine di questa sperimentazione.
L’intento è proporre un modo innovativo di fare ricerca urbanistica, basato sulla combinazione di strumenti di analisi convenzionali (questionari e interviste) e di metodi non convenzionali: la comunicazione visiva e la comunicazione via web.
Stampaxi + è il seguito ideale del progetto Stampaxi Wall del 2010, selezionato per la Biennale dello Spazio Pubblico di Roma e per il congresso Città Creative di Madrid.
Stampaxi Wall era un’installazione temporanea, un muro parlante composto dalle idee e dai suggerimenti dei cittadini a proposito di come riappropriarsi di uno spazio pubblico dimenticato, di una piazza rubata alla comunità: il vuoto urbano esistente tra via Fara e via S Margherita, in Stampace, appunto.
Con Stampaxi + si cambia scala. L’orizzonte analizzato si espande e gli strumenti di indagine si moltiplicano: i metodi della progettazione partecipata si uniscono alla ricerca sociologica per immagini (foto e video), all’analisi fotografica dell’esistente e all’analisi delle relazioni sociali interne al quartiere.
La riconquista dello spazio pubblico come luogo di aggregazione, scambio e condivisione di idee avviene attraverso la trasfigurazione dello spazio fisico in un luogo che si trova ovunque vi sia qualcuno che abbia voglia di condividere le proprie proposte: una piazza virtuale.
Lo spazio virtuale ideato da Sardarch include una mappa meipi che àncora ad un preciso luogo fisico la ricerca fotografica e sociologica, svolta nei giorni del 2 e 3 marzo. Da questi materiali è possibile effettuare una prima lettura del quartiere. Essi costituiscono una base di dati che gli abitanti stessi possono ampliare con i propri lavori fotografici, contribuendo a delineare i volti degli urban actors, e quindi il profilo sociale dell’area.
La vita del quartiere viene esaminata, scomposta e studiata attraverso gli sguardi e i racconti degli abitanti stessi. L’analisi del tessuto sociale viene compiuta attraverso la decodifica del loro modo di vivere e di appropriasi dello spazio fisico e degli spazi virtuali; decifrando gli urban codes, le regole non scritte che essi hanno imposto al quartiere; raccontando le urban stories di chi quel quartiere lo popola a vario titolo.
Se è possibile modificare la vivibilità di uno spazio urbano attraverso esperienze di comunità, allora la piazza virtuale, promossa dal progetto, è al tempo stesso terreno di studio e terreno di scambio. E’ un luogo dove costruire nuove relazioni sia all’interno del quartiere, sia verso l’esterno. E’ un luogo dove flussi di comunicazione diventano il riflesso dei flussi e dei percorsi fisici. La comunicazione diventa il motore del cambiamento, e con essa la capacità di unirsi e la volontà di fare rete.
Ogni elemento, ogni nuova interconnessione che emerge è utile per ricostruire i bisogni spaziali della comunità-quartiere al fine di progettare interventi urbanistici che rispondano realmente alle esigenze di chi abita quegli spazi. Il frutto della ricerca potrebbe essere una pianificazione urbanistica che, non più calata dall’alto ma frutto di una volontà generale, porti alla creazione di spazi capaci di esprimere la cultura e le caratteristiche della popolazione.
Sardarch Architettura è un collettivo di architetti che fa ricerca urbanistica. Attualmente è composto da Francesco Cocco, Laura Maccioni, Nicolò Fenu, Matteo Lecis Cocco-Ortu. Al progetto Stampaxi+ stanno collaborando i fotografi Stefano Ferrando e Fabio Macis e il videomaker Filippo Ciucciomei.
Link: Sardarch.it