Preludio 1:
Qualsiasi amante del rock che si rispetti tiene ben impressa in mente l’iconica immagine che compare sulla copertina di “London Calling”, storico album del 1979. Una figura illuminata dalle luci del palco, che spacca il suo basso con rigorosa furia punk. Copertina bellissima e disco bellissimo, manco a dirlo. Per ora vi basti questo.
Preludio 2:
Per fermare lo sfruttamento dei giacimenti di greggio dell’Artico, Greenpeace ha bloccato le operazioni della più pericolosa e controversa piattaforma diretta in quei mari: la Leiv Ericsson, della compagnia Cairn Energy. Un colosso da 53 mila tonnellate. La piattaforma della Cairn è stata abbordata dal team di Greenpeace mentre transitava nello stretto di Davis, diretta al sito di perforazione di Atammik, a ovest della Groenlandia.
E la connessione tra i due eventi dove sta? È presto detto, verdi amici rockettari!
È di pochi giorni fa infatti la rivelazione che tra gli attivisti di Greenpeace era presente proprio lui: Paul Simonon, ex bassista dei Clash, nome illustre che fa versare lacrimucce di rimpianto ogni volta che viene nominato!
Simonon, da sempre un fervente sostenitore della causa ecologista, è stato incarcerato per due settimane in Groenlandia insieme ad alcuni compagni attivisti, ai quali si era unito come assistente cuoco, senza però rivelare la sua vera identità.
La nave di Greenpeace Esperanza aveva abbordato la piattaforma, di proprietà della compagnia Cairn Energy, il 3 giugno, chiedendo alla società di preparare un piano di intervento in caso si verificasse uno sversamento di petrolio, come capitò all’ormai famigerata piattaforma Deepwater Horizon della compagnia petrolifera inglese BP.
Ebbene, gli attivisti sono stati arrestati con l’accusa di aver occupato l’impianto, dopo aver rifiutato di lasciare la piattaforma. Secondo quanto riportato dal blog di Greenpeace, durante le due settimane passate in prigione Simonon ha dato prova delle sue doti artistiche anche nel campo del disegno e della pittura, ricoprendo un’intera parete della sua cella, oltre a cucinare per i suoi compagni.
Dopo essere uscito di prigione, il bassista si è unito agli altri componenti del progetto The Good, The Bad & The Queen (Damon Albarn dei Blur, Simon Tong dei Verve e il musicista nigeriano Tony Allen) per suonare a Londra al concerto per il 40esimo anniversario di Greenpeace.
Il post apparso sul blog di Greenpeace è solo la prima parte del racconto di questa avventura.
La continuazione verrà presto postata sulla pagina Facebook della ONG. Qui sotto potete vedere un video che racconta l’intera vicenda.
Una celebre canzone dei Clash (sì, lo so, era una cover, ma io – fervente sostenitore della teoria de-evoluzionista affermo con certezza che i Clash l’abbiano composta per primi, ndr!) diceva: “Ho combattuto la legge e la legge ha vinto”.
Sarà. La legge avrà pure vinto per un paio di settimane, ma Paul Simonon alla distanza ha vinto la guerra, e di gran lunga anche!
Grandissimo Paul, lunga vita ai Clash!
Pubblicazione: 18/11/2011 – Ultimo aggiornamento: 18/11/2011
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