E’ stato presentato il 27 marzo 2010 a Washington, nel corso della conferenza Structures for Inclusion il nuovo standard SEED – Social Economic Environmental Design.
Lo standard SEED individua 5 principi di base per stabilire l’impatto dei progetti sugli equilibri produttivi e relazionali di una comunità.
Il suo scopo è “chiarire quali carattestiche debbano avere i progetti per rispondere meglio alle esigenze delle comunità, con ricadute positive quantificabili“.
Uno strumento offerto a tutte le figure che prendono parte a iniziative di trasformazione dei territori e dei nuclei urbani, con il contributo degli abitanti e dei consulenti tecnici nelle tematiche di maggiore interesse locale.
SEED – Social Economic Environmental Design (da non confondere con LEED – Leadership in Energy and Environmental Design) in italiano può essere tradotto con Design Sociale Economico Ambientale. E non a caso la sfera ambientale, quella sociale e quella economica sono da molti considerate tre pilastri dello Sviluppo Sostenibile (con la regola dell’equilibrio delle “3 E”: ecologia, equità, economia).
Elaborato a partire dal 2005 da una rete allargata di architetti, organizzazioni non profit, creativi ed esperti di progettazione partecipata – che dal 1° gennaio 2010 sono raccolti intorno al portale seednetwork.org – il sistema connesso al SEED propone una griglia di criteri rispetto ai quali analizzare le iniziative sottoposte a valutazione.
Per risultare coerenti con lo standard e “accrescere il diritto di ogni persona a vivere in una comunità più sana sotto il profilo sociale, economico e ambientale“, i progetti dovranno applicare i principi che delineano la missione del Social Economic Environmental Design:
► sostenere chi ha meno possibilità di far sentire la propria voce nella vita pubblica;
► costruire strutture per l’inclusione che coinvolgano investitori e consentano alle comunità di prendere parte ai processi decisionali;
► promuovere l’uguaglianza sociale attraverso un dialogo che rifletta la varietà di valori e le identità sociali;
► produrre idee che scaturiscano dal luogo e costruiscano capacità locali;
► sviluppare progetti che contribuiscano alla conservazione delle risorse e alla riduzione degli sprechi.
Il controllo può essere effettuato in progress, attraverso il software SEED Evaluator, “che consente alle comunità di definire obiettivi progettuali e poi misurarne il grado di realizzazione attraverso una verifica di terze parti“. Il riconocimento finale è la Certificazione SEED.
Materiale informativo e il software si possono reperire all’indirizzo seed-network.org/evaluator/download.php (il software può essere scaricato dopo aver effettuato la registrazione).
Link:
seed-network.org
greenarchitext.com
gsd.harvard.edu
designcorps.org
Fonte: professionearchitetto.com
Pubblicazione: 16/04/2010 – Ultimo aggiornamento: 16/04/2010
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